di Anna Giuffrida
Hanno tra i 10 e i 14 anni e, nonostante l’emozione, hanno risposto alle tante domande che gli sono state rivolte dal pubblico presente nella sala del cinema The Space a Guidonia Montecelio lo scorso 14 gennaio. Sono i 15 giovanissimi attori in erba protagonisti ed esordienti nel cortometraggio dal titolo “Double Face”, realizzato durante il laboratorio cinematografico dell’Associazione Teatro dell’Applauso e condotto da Paolo Iorio, già regista di altri corti cinematografici per ragazzi. Un lavoro corale, per una pellicola di circa 10 minuti che tocca uno dei temi più sentiti dalle nuove generazioni, la paura di essere esclusi dagli altri e il successivo bisogno di essere accettati dal gruppo. Quasi nessuna battuta, nessun dialogo tra i protagonisti del corto. A parlare sono le musiche “scritte sul montaggio già avvenuto”, come spiega Paolo Iorio, e la forza espressiva di questi ragazzi che hanno lasciato parlare sul set il corpo e le emozioni. “È stato emozionante, spero che ricapiti!”. “Ansia, molta ansia nel vedermi sul grande schermo al cinema!”. “Ci siamo sentiti come dei veri attori mentre giravamo le scene”. E c’è chi si è emozionato nello scoprire che quella storia, il personaggio interpretato, gli somigliava o parlava di esperienze già vissute. “Anche a me è successo come la protagonista di sentirmi esclusa, diversa. E ho capito che questo non deve accadere più”, racconta una delle giovani interpreti durante la conferenza di dibattito finale. “Qui si parla del coraggio di mostrarsi alle altre persone. E se ti accettano, a volte sì altre no. E se è un sì è meglio”, aggiunge un altro giovanissimo attore. “È stato un lavoro collaborativo – ha aggiunto Elisa Faggioni, regista del cortometraggio e direttrice del Teatro dell’Applauso – Durante le riprese abbiamo fatto colazione insieme, abbiamo condiviso l’idea del soggetto. Il lavoro è stato condotto da tutti, in prima persona”. Double Face è stato girato in tre mesi, un lavoro intenso che ha fatto avvicinare sia i ragazzi che gli adulti alla magia del cinema e che rimane un momento di condivisione e riflessione sulla necessità e bellezza del lavoro di gruppo. Anche senza maschere.